Ultimamente passo molto tempo cercando di capire quale tipo di applicazioni
web mi piacerebbe sviluppare in futuro. Alla lunga ho finito con l'identificare
tre regole che mi guidano in questo processo. Non tutte le applicazioni
web che soddisfano queste tre regole sono buone, ma sono abbastanza convinto
che se almeno una di queste regole viene violata c'è qualcosa che non va
e dovrei eliminare tale idea tra quelle nella mia TODO list.
Queste regole sono le seguenti:
- Voler essere per primo un utente di tale servizio. Se una cosa non suscita passione tra la gente che la fa difficilmente riesce bene. Persino se con rigore scientifico si cerca di fare un buon lavoro, quando non c'è la passione si finisce col non comunicare il giusto entusiasmo all'utente. Un esempio lampante di quello che voglio dire è probabilmente google video. Anche se tecnicamente superiore agli altri non ti fa sentire a casa.
- Non illudersi che gli utenti genereranno contenuto senza una spinta egoistica di qualche tipo. Prima di tutto il servizio deve risolvere un problema: come effetto collaterale può generare contenuti, essere seguito, creare una community.
- Se l'idea di base non può essere sfoltita e semplificata abbastanza da avere una beta funzionante nel giro di un mese di sviluppo (intensivo, full time, col cuore, non 4 orette al giorno con la calma...) è meglio lasciare perdere. E' più semplice fare buoni software che partono semplici e si ingrandiscono come un organismo vivente. Partire con una cosa mastodontica (specialmente se non ci sono degli investimenti di base, cosa di cui la maggior parte delle startup italiane non dispone) non è una buona idea.
Mi sembravano buone regole, fino a quando non ho notato che ne manca una
quarta importantissima. Nel web
ci sono infatti mercati meritocratici e mercati non meritocratici ed è meglio stare lontani dai secondi.
Merito dunque esisto
Cos'è la meritocrazia in relazione alle applicazioni web? La capacità del mercato nel caso in cui le applicazioni A e B risolvono lo stesso problema di
premiare la migliore delle due e farla vincere.
In un mercato
non meritocratico invece si assiste al fenomeno contrario. L'applicazione che vince è quella che viene spinta in misura maggiore da fattori secondari che non riguardano in maniera diretta la soddisfazione dell'utente ma altre variabili quali ad esempio
la spinta pubblicitaria e l'indicizzazione nei motori di cerca.
In Italia l'esempio massimo di mercato non meritocratico
è il mercato dei piccoli annunci: una accozzaglia di una decina di aziende in competizione
in cui nessuna vince davvero e in cui chi perde è sicuramente l'utente per la
natura del servizio, perchè se i monolocali in affitto ad Agrigento sono
divisi in 20 siti di cui una metà hanno materiale obsoleto non mi sembra
che ci siano le condizioni ideali di fruizione.
Un mercato termosifonato
Nel nostro sforzo di cercare di isolare a priori le caratteristiche di
un mercato non meritocratico può essere utile analizzare cosa accade
nel caso dei piccoli annunci per cercare di trarne conclusioni più generali.
Perchè per i piccoli annunci il meccanismo di selezione sembra non
funzionare? Come mai non si crea una massa critica nel servizio migliore
che permetta di creare il momento sufficiente a farlo diventare un punto di
riferimento conosciuto? Non ho tutte le risposte, ma eccone alcune:
- Non c'è un rapporto di continuità con l'utente. L'utenza dei piccoli annunci varia del 95% ogni settimana! Un utente non è motivato a scegliere, è un meccanismo del tipo un colpo e via.
- Come conseguenza del primo punto il mercato non genera una community che a sua volta regge il meccanismo numero uno di propagazione di un servizio moderno: il passa parola.
- La risultante dei precedenti punti è che la strategia migliore per essere trovati da un utente è quella di essere primi su Google per la ricerca monolocale Agrigento e simili, e avere risorse a sufficienza per tenere alta la pressione pubblicitaria, ad esempio tramite adwords di Google.
Non è il caso dei piccoli annunci ma un altro fattore che può generare
un mercato del genere è un
forte effetto lock-in in cui cambiare
servizio è faticoso, come accade per le web mail.
Ci sono troppe cose interessanti da fare per concentrarsi dove ci sono già troppi concorrenti e dove l'utente che volesse cambiare è scoraggiato a priori.
Bisogna però non dare troppo peso all'effetto lock-in in alcuni casi. Per esempio anche se la maggior parte degli utenti ha già un indirizzo email
molti di essi non hanno ancora un blog. Dove è possibile prevedere una forte crescita di nuove utenze vale la pena di provare.
Mi piacerebbe sentire la vostra, in particolare sul mercato dei piccoli annunci
e della sua frammentazione.