Oggi ho letto questo post di Paul Buchheit, niente di particolarmente nuovo o che gia'
Paul Graham non avesse strillato ai quattro venti N volte.
Tra i punti ripetuti dai due Paul, e da molte altre persone, ce n'e' uno che forse vale la pena di approfondire, perche' nonostante tutti continuino a dirlo la mia impressione e' che in Italia tale idea non sia penetrata abbastanza:
Nessuno copiera' l'idea della vostra startup, e anche se accadesse non e' un grosso problema. Le due affermazioni vanno analizzate in separata sede.
Perche' nessuno copiera' la vostra idea
Alcuni motivi sono abbastanza ovvi, ad esempio:
- Molti sviluppatori che sono riusciti a trovare abbastanza tempo da impegnare nello sviluppo di qualcosa hanno gia' la loro idea di cosa implementare. Come voi anche loro pensano alla loro idea come assolutamente vincente e fighissima.
- Se la vostra idea e' vincente e' difficile che sia riconoscibile come tale prima che arrivi davvero al successo: come dice Paul Buchheit se la vostra idea non e' ovviamente tra quelle buone a cui pensano tutti ma difficili da realizzare, come la macchina volante o la fusione a freddo, che e' buona e' tutto da dimostrare.
Questi punti vengono ripetuti continuamente in diversi blog che parlano di startup negli ultmi tempi, ma c'e' qualcosa che mi suona strano. Ad esempio e' abbastanza noto il fatto che idee vincenti oggi sono fallite miseramente qualche anno fa (ad esempio delicious non e' stato il primo servizo di social bookmark, durante la bolla e' stato lanciato un servizio simile a suon di milioni di dollari fallito miseramente).
Allo stesso modo idee che ad oggi sono famose non fanno scattare in noi l'esclamazione urka! questa si che e' buona, che figata neppure ora, dopo che sono diventate famose.
Sembrano ancora inutili, ma sono ugualmente famose, alla faccia di altre
idee che anche se non sono mai arrivate al vasto pubblico sembrano brillanti
e sono facili da implementare.
Community e moda
Il meccanismo alla base delle mode e' qualcosa che noi tutti sperimentiamo piu' o meno quotidianamente.
Per convincerci che quest'anno e' fondamentale portare le scarpe di gomma coi buchi, che qualche anno fa era necessario avere i pantaloni a tre quarti e che le donne dovessero necessariamente andare in giro in rosa e verde la moda utilizza i canali pubblicitari e le vetrine.
Le mode che nascono senza utilizzare i canali commerciali hanno bisogno invece di un elemento che faccia da pilastro: un insieme iniziale di persone determinate, collegate col resto della societa', anche se in numero modesto rispetto al bacino di utenti potenziale delle mode, che inizino a far uso di qualche tipo di oggetto, colore, o a frequentare un tale locale.
Io e la mia comitiva di amici abbiamo fatto
partire un certo numero di locali sia a Palermo che dalle mie zone soltanto frequentando assiduamente per alcune settimane, in 20 persone, tali posti.
Questo e' esattamente quello che necessita un servizio web per partire e decollare. Di una community di utenti iniziali che permettano di avviare
il meccanismo.
Con tale spinta anche una idea non esattamente grandiosa diventa interessante perche' il web e' flessibile: una volta che gli esseri umani entrano in contatto in qualche modo si trovano facilmente le idee per sviluppare e migliorare il modo in cui essi interagiscono.
Se c'e' una community di partenza folta ogni idea diventa buona.
Estemporaneamente: immaginate un servizio in cui alcune centinaia di utenti di Milano iniziano a scrivere in quale locale saranno una tal sera. Tutti quelli che ci vanno si "registrano" per quella sera a quel locale, che e' in realta' un'area in un servizio web. Si puo' vedere dei registrati l'eta', il sesso, se e' da solo o in compagnia, e poi inviare messaggi per mettersi d'accordo e conoscersi.
Senza una community di partenza un servizio del genere e' spacciato e inutile.
Se domani lo fanno e parte invece diventa una idea vincente, anche se oggi non vale un centesimo.
Tolti i servizi tecnologici in
stile LLOOGG, tutto quello che serve a far funzionare un nuovo servizio non e' una grande idea, ma qualcosa che permetta di far interagire persone in qualche modo e una community di partenza.
E infatti...
Quali sono i due servizi che Paul Buchheit identifica come buone idee che nessuno aveva capito facilmente prima negli ultimi tempi? Twitter e Facebook. Due idee che secondo me avrebbero potuto avere incarnazioni completamente diverse. Anche Badoo o i prossimi 30 servizi che diventeranno famosi e in cui persone verranno a contatto, si invieranno messaggi e intraprenderanno chat, sono tutti assimilabili a questi: cambia il format ma gli ingredienti di base sono sempre uguali.
Fave e ceci
Quando Paul mette sulla stessa barca Google (chi necessita di un nuovo motore di ricerca) e Twitter secondo me fa una operazione allucinante.
Anche prima di Google molti utenti si erano accorti che non riuscivano a trovare cio' di cui necessitavano nei motori di ricerca, ed e' ovvio che Google non era affatto una idea cattiva prima di essere implementata, perche' lo scopo non era quello di fare un nuovo motore di ricerca, ma di fare un motore di ricerca che permettesse agli utenti di trovare cio' che cercavano davvero.
Allo stesso modo l'idea alla base di Youtube era chiaro che fosse utile, ma c'erano dei problemi tecnologici: troppe poche connessioni a banda larga, compressioni insufficienti, e cosi' via. Ricordo abbastanza chiaramente che i filmati in formato Divx avevano iniziato a diffondersi tra blog e siti di varia natura un paio di anni prima dell'era Youtube. Una volta che la tecnologia c'e' e' questione di tempo: l'idea arriva alle masse tramite questa o quella startup che la implementa.
La differenza tra le mode e le idee che valgono davvero e' che
le seconde sono un risultato naturale della evoluzione della tecnologia, come la email, skype, youtube, o i blog. Finiscono per essere implementate e utilizzate prima o poi, non importa da chi vengono sviluppate e chi si arricchisce.
Invece potevamo continuare per miliardi di anni senza Twitter e nessuno se ne sarebbe accorto. Invece di cinguettare (la parola Twitter e' uno storpiamento di cinguettio) avremmo (avrebbero) abbaiato, miagolato o nitrito. Ma questo non toglie che facendo servizi per community in cui c'e' un elemento di moda si prendono finanziamenti per milioni di dollari e si viene invasi dagli utenti... la gente vuole essere messa in contatto, e sempre in modi diversi: bisogna interpretare questa necessita' perche' il vostro servizio non sara' importante come il vaccino per il vaiolo ma potrebbe diventare ugualmente un prodotto di successo per qualche anno. A voi i vostri calcoli.
Perche' anche se qualcuno la copiasse siete abbastanza al sicuro
Se proprio accadesse c'e' poco da aver timore, infatti:
- La maggior parte degli sviluppatori web sono una frana, anche quando sono bravi a programmare non hanno idea di come si progetta una interfaccia usabile, o tendono a super-complicare il progetto e predono un sacco di tempo.
- Se un team non ha una propria idea di cosa vuole fare ma si affida alla vostra idea ancora tutta da testare probabilmente non e' un grande rivale.
- La community e' fondamentale: anche se il vostro progetto e' molto semplice da duplicare, se qualcuno vi sta copiando ha comunque almeno un paio di mesi di svantaggio rispetto a voi, e in quei mesi si puo' gia' riuscire a fidelizzare una parte degli utenti. Cio' creera' un difficile distacco da colmare.
- Non appena il vostro concorrente e' online, alla versione 1, basta non stare con le mani in mano, voi sfornate la versione 2, la 3, la 4, cercando di utilizzare il piu' possibile il vantaggio temporale iniziale che avete sul concorrente.
In ogni caso, buon divertimento! Ma insomma dove sono questi progetti web 2.0 italiani? Pubblicizzatevi pure in questo blog postando i link e le descrizioni come commenti a questo articolo.