Perche' nessuno vi copiera' (ovvero perche' saremmo sopravvissuti senza Twitter)

Monday, 25 June 07
Oggi ho letto questo post di Paul Buchheit, niente di particolarmente nuovo o che gia' Paul Graham non avesse strillato ai quattro venti N volte.

Tra i punti ripetuti dai due Paul, e da molte altre persone, ce n'e' uno che forse vale la pena di approfondire, perche' nonostante tutti continuino a dirlo la mia impressione e' che in Italia tale idea non sia penetrata abbastanza:

Nessuno copiera' l'idea della vostra startup, e anche se accadesse non e' un grosso problema. Le due affermazioni vanno analizzate in separata sede.

Perche' nessuno copiera' la vostra idea

Alcuni motivi sono abbastanza ovvi, ad esempio:
  • Molti sviluppatori che sono riusciti a trovare abbastanza tempo da impegnare nello sviluppo di qualcosa hanno gia' la loro idea di cosa implementare. Come voi anche loro pensano alla loro idea come assolutamente vincente e fighissima.
  • Se la vostra idea e' vincente e' difficile che sia riconoscibile come tale prima che arrivi davvero al successo: come dice Paul Buchheit se la vostra idea non e' ovviamente tra quelle buone a cui pensano tutti ma difficili da realizzare, come la macchina volante o la fusione a freddo, che e' buona e' tutto da dimostrare.


linea di produzione

Questi punti vengono ripetuti continuamente in diversi blog che parlano di startup negli ultmi tempi, ma c'e' qualcosa che mi suona strano. Ad esempio e' abbastanza noto il fatto che idee vincenti oggi sono fallite miseramente qualche anno fa (ad esempio delicious non e' stato il primo servizo di social bookmark, durante la bolla e' stato lanciato un servizio simile a suon di milioni di dollari fallito miseramente).

Allo stesso modo idee che ad oggi sono famose non fanno scattare in noi l'esclamazione urka! questa si che e' buona, che figata neppure ora, dopo che sono diventate famose. Sembrano ancora inutili, ma sono ugualmente famose, alla faccia di altre idee che anche se non sono mai arrivate al vasto pubblico sembrano brillanti e sono facili da implementare.

Community e moda

Il meccanismo alla base delle mode e' qualcosa che noi tutti sperimentiamo piu' o meno quotidianamente.

Per convincerci che quest'anno e' fondamentale portare le scarpe di gomma coi buchi, che qualche anno fa era necessario avere i pantaloni a tre quarti e che le donne dovessero necessariamente andare in giro in rosa e verde la moda utilizza i canali pubblicitari e le vetrine.

Le mode che nascono senza utilizzare i canali commerciali hanno bisogno invece di un elemento che faccia da pilastro: un insieme iniziale di persone determinate, collegate col resto della societa', anche se in numero modesto rispetto al bacino di utenti potenziale delle mode, che inizino a far uso di qualche tipo di oggetto, colore, o a frequentare un tale locale.

Io e la mia comitiva di amici abbiamo fatto partire un certo numero di locali sia a Palermo che dalle mie zone soltanto frequentando assiduamente per alcune settimane, in 20 persone, tali posti.

Questo e' esattamente quello che necessita un servizio web per partire e decollare. Di una community di utenti iniziali che permettano di avviare il meccanismo.


Con tale spinta anche una idea non esattamente grandiosa diventa interessante perche' il web e' flessibile: una volta che gli esseri umani entrano in contatto in qualche modo si trovano facilmente le idee per sviluppare e migliorare il modo in cui essi interagiscono.

Se c'e' una community di partenza folta ogni idea diventa buona. Estemporaneamente: immaginate un servizio in cui alcune centinaia di utenti di Milano iniziano a scrivere in quale locale saranno una tal sera. Tutti quelli che ci vanno si "registrano" per quella sera a quel locale, che e' in realta' un'area in un servizio web. Si puo' vedere dei registrati l'eta', il sesso, se e' da solo o in compagnia, e poi inviare messaggi per mettersi d'accordo e conoscersi.

Senza una community di partenza un servizio del genere e' spacciato e inutile. Se domani lo fanno e parte invece diventa una idea vincente, anche se oggi non vale un centesimo.

Tolti i servizi tecnologici in stile LLOOGG, tutto quello che serve a far funzionare un nuovo servizio non e' una grande idea, ma qualcosa che permetta di far interagire persone in qualche modo e una community di partenza.

E infatti...

Quali sono i due servizi che Paul Buchheit identifica come buone idee che nessuno aveva capito facilmente prima negli ultimi tempi? Twitter e Facebook. Due idee che secondo me avrebbero potuto avere incarnazioni completamente diverse. Anche Badoo o i prossimi 30 servizi che diventeranno famosi e in cui persone verranno a contatto, si invieranno messaggi e intraprenderanno chat, sono tutti assimilabili a questi: cambia il format ma gli ingredienti di base sono sempre uguali.

Fave e ceci

Quando Paul mette sulla stessa barca Google (chi necessita di un nuovo motore di ricerca) e Twitter secondo me fa una operazione allucinante. Anche prima di Google molti utenti si erano accorti che non riuscivano a trovare cio' di cui necessitavano nei motori di ricerca, ed e' ovvio che Google non era affatto una idea cattiva prima di essere implementata, perche' lo scopo non era quello di fare un nuovo motore di ricerca, ma di fare un motore di ricerca che permettesse agli utenti di trovare cio' che cercavano davvero.

Allo stesso modo l'idea alla base di Youtube era chiaro che fosse utile, ma c'erano dei problemi tecnologici: troppe poche connessioni a banda larga, compressioni insufficienti, e cosi' via. Ricordo abbastanza chiaramente che i filmati in formato Divx avevano iniziato a diffondersi tra blog e siti di varia natura un paio di anni prima dell'era Youtube. Una volta che la tecnologia c'e' e' questione di tempo: l'idea arriva alle masse tramite questa o quella startup che la implementa.

La differenza tra le mode e le idee che valgono davvero e' che le seconde sono un risultato naturale della evoluzione della tecnologia, come la email, skype, youtube, o i blog. Finiscono per essere implementate e utilizzate prima o poi, non importa da chi vengono sviluppate e chi si arricchisce.

Invece potevamo continuare per miliardi di anni senza Twitter e nessuno se ne sarebbe accorto. Invece di cinguettare (la parola Twitter e' uno storpiamento di cinguettio) avremmo (avrebbero) abbaiato, miagolato o nitrito. Ma questo non toglie che facendo servizi per community in cui c'e' un elemento di moda si prendono finanziamenti per milioni di dollari e si viene invasi dagli utenti... la gente vuole essere messa in contatto, e sempre in modi diversi: bisogna interpretare questa necessita' perche' il vostro servizio non sara' importante come il vaccino per il vaiolo ma potrebbe diventare ugualmente un prodotto di successo per qualche anno. A voi i vostri calcoli.

Perche' anche se qualcuno la copiasse siete abbastanza al sicuro

Se proprio accadesse c'e' poco da aver timore, infatti:
  • La maggior parte degli sviluppatori web sono una frana, anche quando sono bravi a programmare non hanno idea di come si progetta una interfaccia usabile, o tendono a super-complicare il progetto e predono un sacco di tempo.
  • Se un team non ha una propria idea di cosa vuole fare ma si affida alla vostra idea ancora tutta da testare probabilmente non e' un grande rivale.
  • La community e' fondamentale: anche se il vostro progetto e' molto semplice da duplicare, se qualcuno vi sta copiando ha comunque almeno un paio di mesi di svantaggio rispetto a voi, e in quei mesi si puo' gia' riuscire a fidelizzare una parte degli utenti. Cio' creera' un difficile distacco da colmare.
  • Non appena il vostro concorrente e' online, alla versione 1, basta non stare con le mani in mano, voi sfornate la versione 2, la 3, la 4, cercando di utilizzare il piu' possibile il vantaggio temporale iniziale che avete sul concorrente.
In ogni caso, buon divertimento! Ma insomma dove sono questi progetti web 2.0 italiani? Pubblicizzatevi pure in questo blog postando i link e le descrizioni come commenti a questo articolo.
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Posted at 06:00:24 | permalink | 12 comments | print
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Comments

[CapoBecchino] writes:
25 Jun 07, 08:11:44
Ok .. allora accetto l'invito ed appena sarà resa pubblica una beta .. torno e posto il link ;)
antirez writes:
25 Jun 07, 08:22:02
@CapoBecchino: se me lo dici per tempo quando uscite vi faccio una recensione su questo blog, a patto che non siate concorrenti di qualche servizio di Merzia (puoi lo stesso postare il commento comunque!) perche' non sarebbe giusto valutare un concorrente, potrei essere "biased".
Alby writes:
25 Jun 07, 09:07:03
Bè un esempio pratico di community duplicata (in Italia) è Erbadelvicino.com, che ha già visto diversi tentativi di clonatura, tipo Absolvo o il recente Sfoghiamoci. A quanto pare però l'originale non teme confronti, non solo per semplici questioni tecniche/filosofiche (secondo me agli utenti poi spesso piacciono le cose semplici ed immediate), ma anche per la fidelizzazione degli utenti di cui parli pure tu.
Ciao, complimenti per l'ottimo post
[CapoBecchino] writes:
26 Jun 07, 09:38:36
@antirez: tranquillo guagliò quando sarà pronto te lo faccio provare e poi deciderai te ;) non voglio fare le scarpe a nessuno e ti assicuro gia da ora che il servizio è diverso si avvicina molto di più a twitter e tumblr che a digg e oknotizie ;) poi se ti va di farci una chiacchierata sei il benvenuto ... ti ho gia lasciato la mia mail per il messenger se ti va te la ridò senza problemi ;)
Stefano writes:
26 Jun 07, 14:29:23
Bel post, dici cose molto interessanti.
Le terrò presenti :)
antirez writes:
26 Jun 07, 19:23:41
@Stefano: grazie :)

Capobecchino: dai teniamoci in contatto ;) comunque non ho niente contro i concorrenti, anzi... ben vengano e' naturale che sia cosi', solo che magari fare una recensione non sarebbe il massimo della correttezza.
Emanuele writes:
27 Jun 07, 04:29:57
Questo secondo me è il punto della situazione:
Io e la mia comitiva di amici abbiamo fatto partire un certo numero di locali sia a Palermo che dalle mie zone soltanto frequentando assiduamente per alcune settimane, in 20 persone, tali posti.

Questo e' esattamente quello che necessita un servizio web per partire e decollare. Di una community di utenti iniziali che permettano di avviare il meccanismo.

Complimenti per l'ottimo post.

Complmenti per il contributo che dai alla filosofia web 2.0 in visione italiana. ;-)
[CapoBecchino] writes:
27 Jun 07, 04:49:51
@antirez: ecco la mia mail capobecchino[@]hotmail[.]com per il messenger m$ e capobecchino[@]gmail[.]com per quello di mr G. a risentirci ;) e cmq siamo tutti italiani facciamo crescere questa nostra beneamata penisola ;)

un caro saluto a tutti
Navigatore Anonimo writes:
27 Jun 07, 10:01:06
2 critiche :
1. il concetto di start-up che viene espresso in questo post non è esattamente coerente con la sua definizione originale.
2. il web 2.0 non credo abbia la possibilità di creare valore (almeno per ora) come oltreoceano : non bisogna dimenticare che la situazione italiana della diffusione dei servizi a banda larga è lungi dall'essere capillare.

Resta comunque il fatto che il lavoro che fate è ottimo , dal vostro punto di vista.
09 Jul 07, 06:30:09
Non credo che possiamo definirci una start-up,
ma stiamo realizzando un gioco investigativo on-line fatto solo di partecipazione (dallo sviluppo alla grafica al casting che stiamo promuovendo)
Non ci vogliamo fare soldi infatti tutto sarà rilasciato al pubblico.

Ho un blog in cui raccontiamo le cose che facciamo, e cerchiamo di condividere e criticare le nostre idee
http://appuntimax.blogspot.com

passa a trovarci
bard writes:
15 Jul 07, 20:54:04
C'è in cantiere Ptumpa, di Andrea "Q" Cuius: http://www.ptumpa.com/

C'è il mio http://sameplace.cc, che è più un progetto di ricerca per capire cosa succede quando applichi "2.0" anche alla messaggistica istantanea. (Non storcere il naso; so che non ami la "chat" e infatti non si tratta semplicemente di "chat". :-) )

C'è (ne sono convinto) nel web italiano molta altra "materia oscura" che non trova una forma per un motivo trascurato dai più: incastrarsi nel framework legale/fiscale/burocratico non appena vuoi mettere in piedi qualcosa che comporti flusso di cassa. Di fronte alla complessità delle procedure e degli adempimenti e alla difficoltà di trovare supporto che non sia un incubatore (dove per forza di cose rinunci a una fetta di libertà), penso che molti scuotano il capo e se ne tornino a lavorare su commessa. Che ne pensi? Concorda con la tua esperienza? (Che nel tuo caso chiaramente ha avuto esito migliore.)
dragoonslair writes:
08 Aug 07, 05:45:49
ciao ciao, sono capitato per caso sul tuo blog ed approfitto per parlarti del mio progetto: si chiama guest4free ed è un guestbook gratuito. Beh iente di nuovo, ma lo offro senza spazi pubblicitari, solo un credits nel codice...gli utenti possono modificarlo a piacimento ecc. ecc. ma viene completamente integrato nel proprio sito senza problemi...

si tratta di 2.0?
ciao!
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