Forse sono l'unico che in tutta questa vicenda del laptop a 100$ (che mi ha visto entusiasta, ma forse per motivi un po' diversi da quelli ovvi) si e' lasciato scappare che il computer in questione avrebbe eseguito il sistema operativo Linux completo di sistema
X Window, cosi' quando ieri ho scaricato l'immagine vmware per far girare sul mio PC il software dell'OLPC ci sono rimasto davvero male.
La mia concezione dell'OLPC era basata su questo flusso di pensieri:
un computer poco costoso deve necessariamente avere meno risorse, una CPU piu' lenta, una quantita' di RAM inferiore, uno schermo meno risoluto. Il taglio dei costi si ottiene anche in altri modi ma di certo se vuoi un portatile da 100$ hai
di meno di quello che hai con un portatile da 1000$ in termini di prestazioni pure.
Io non amo i computer direttamente, mi danno quasi fastidio, ti fanno stare seduto e sono fatti di plastica, si riscaldano, consumano energia elettrica. Amo invece l'informatica, gli algoritmi, i linguaggi di programmazione e le astrazioni che ci siamo inventati per rendere la programmazione piu' semplice, dunque un computer che ha meno non mi fa paura, mi entusiasma: se hai meno devi inventare piu' cose,
lo swap, un algoritmo che utilizza meno RAM, un metodo di comprimere i dati che e' abbastanza veloce con una CPU piccola ma che comunque ha un buon compromesso come qualita' della compressione. E' una sfida.
Non solo, quando hai poco, per quanto i concetti che inventi per vivere in poverta' possano essere complessi, il sistema complessivamente deve essere semplice: difficilmente crei 20 layer uno sopra l'altro per farci sopra una GUI, tanto meno desidereresti un runtime come quello di Java. L'OLPC, a prescindere dai suoi possibili meriti filoantropici (che comunque mi vedono sostanzialmente positivo), poteva diventare l'alter ego del movimento del free software e dell'informatica in generale. Iniziava a formarsi nella mia mente un concetto:
Avremo nel giro di qualche mese tutti dei portatili a 100$ tra le mani. Pesa poco, costa poco, e scommetto che
alla fine si ci potranno fare praticamente le stesse cose.
Scoprire che OLPC gira su Linux, osservare la lenta procedura di boot, la scarsa responsivita' della GUI in X Window, la solita complessita' a cui ormai siamo abituati, irrinunciabile nei sistemi grandi ma sicuramente in parte anche dovuta ad una eredita' di 40 anni di storia di Unix i cui strati si poggiano uno sopra l'altro in maniera quasi sedimentaria, ha fatto svanire le mie speranze per un OLPC che poteva anche significare una nicchia dentro la quale scrivere software in maniera un po' diversa.
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