Il web 2.0 - sembra ovvio ma non e', serve a darti l'allegria

Friday, 15 June 07
A quanto pare c'e' ancora chi e' scettico sul web 2.0, e chi non lo e' continua ad avere ancora perplessita' su possibili definizioni e linee di demarcazioni.

Rifiuto ancor prima di penetrare negli strati piu' profondi della discussione l'idea che le definizioni non sono utili. Non lo saranno per i semidei, ma noi umani abbiamo bisogno di identificare le cose, capire la differenza tra un quadrupede e una sedia significa dopo tutto avere un modello mentale preciso delle due cose. Avere modelli mentali aiuta anche a capire le dinamiche, oltre alle differenze.

Si sa... il miglior modo per predire il futuro e' inventarlo, ce lo ha detto Alan Kay dunque io mi fido ciecamente, dunque se definiamo, capiamo di cosa parliamo, e ci concentriamo sulle dinamiche, possiamo tentare di essere partecipi dei processi evolutivi.

Eppure io una definizione non la voglio dare, voglio solo raccontare una storia.

Il web, come dovrebbe essere stato anche prima

In qualche modo il web 2.0, o meglio, internet 2.0 e' sempre esistita. E' solo che ci sono voluti anni perche' arrivasse alle masse, e l'unica tecnologia all'interno di internet che le masse erano disponibili ad utilizzare era il web, per cui non c'erano molte strade per cui internet 2.0 potesse passare.

Paradossalmente internet 2.0 e' proprio come internet e' nata. La sua genesi e' 2.0 perche' gli utenti corrispondevano in pieno con chi il contenuto lo produceva. Tutti gli utenti di internet erano anche la parte attiva.

Questo fenomeno e' continuato per un bel po': se anche voi avete avuto la fortuna di vedere internet negli anni compresi tra il 1995 e il 1997 ricorderete la differenza con l'internet del 1999/2000: era un pullulare di siti gestiti da appassionati, e il rapporto tra segnale e rumore ancora nei limiti della decenza.

Una parte importante di internet 2.0 e' sempre stata la chat, non lo sterile e noioso instant messaging a cui ci stanno abituando pian piano, parlo di IRC, la chat che nasce multiutente per definizione, in cui non e' necessario parlare continuamente. E' come una stanza in cui molti svolgono separatamente il proprio lavoro, e ogni tanto qualcuno dice qualcosa all'altro.

Ci sono anche momenti in cui si creano discussioni vere e proprio, animate, a ritmo sostenuto. Se oggi usate twitter forse capite in qualche modo di cosa sto parlando, anche se per quanto il sistema assomigli alla lontana e' infinitamente piu' brutto e limitato di IRC, e specialmente il materiale umano lascia a desiderare...

Web 1.0

Ad un certo punto accade l'inevitabile: internet diventa di massa, e l'utente diventa sempre di piu' spettatore e sempre meno produttore di contenuto, perche' la massa significa un abbassamento della cultura informatica media, e fare una pagina HTML per quanto facile non e' alla portata di tutti.

La tendenza si estremizza, e l'idea di portale e' sempre piu' forte. Un posto in cui l'utente entra come un fedele entra in una chiesa barocca. Il portale ti offre informazioni e sembra una specie di TV. L'utente chiede poco, e il portale infligge supplizi: form di registrazione infiniti, informazioni centellinate, servizi a pagamento.

Internet 2.0 esce un po' distrutta da questa esperienza: IRC e' sempre peggio affollata da teenager con Mirc e script colorosi. L'email e' sempre piu' piena di spam, e il web sempre di piu' un contenitore che non contiene molto, se si va oltre il sito tecnico.

L'email

L'email e' sicuramente una delle cose piu' web 2.0 che esistano. No... non volevo dire che Gmail e' una cosa web 2.0. Gmail e' solo un client email che usa la tecnologia per essere comodo. E' l'email come servizio che permette la comunicazione tra esseri umani uno dei grandi motori di internet 2.0.

Dalle mailing list dove trovare cumuli di esperti sui vari settori, ai newsgroups, alle comunicazioni tra singoli rese veloci ed affidabili, l'email ha cambiato la nostra vita in qualche modo (anche se ad oggi non la sopporto piu' perche' la facilita' di spedire un messaggio fa si che anche chi non ha nulla da dire scrive a tanti altri).

Quando ragioniamo di web 2.0, (o meglio di internet 2.0), non possiamo tenere l'email fuori, e dovremmo occuparci dei suoi problemi, del fatto che e' diventato troppo facile riempire la nostra casella di spam e email ben poco interessanti.

Web 2.0

Insomma a questo punto si e' capito dove voglio andare a parare: il web 2.0 fa parte di una evoluzione naturale di internet 2.0, l'internet della comunicazione, della liberta', del contenuto creato dall'utente, che e' sempre stato alla base di qualunque cosa valesse la pena di guardare su internet, o quasi.

Quando il web si trasforma da media unidirezionale a piattaforma software, la svolta arriva, perche' il web non e' una piattaforma qualunque, e' una piattaforma in cui e' facile creare software che gli utenti possono usare in maniera collaborativa, tutti allo stesso tempo. E' anche l'unica piattaforma che la maggior parte degli utenti riesce ad utilizzare senza troppi problemi, e ciliegina sulla torta e' una piattaforma agnostica dal punto di vista dei sistemi operativi e dei browser.

Come se non bastasse questa innovazione arriva in un momento in cui il web tradizionale e' noioso e monopolizzato dall'idea di portale che fa acqua da tutte le parti.

Genesi

Alcuni cambiamenti importanti, tecnologici, come le ADSL, l'essere always-on, l'hosting a basso costo, PHP e MySQL e tutto il resto dell'open source che consentono sviluppo a basso costo, Adsense che permette di monetizzare senza far pagare, innescano la rivoluzione del web.

Le applicazioni nascono dal basso, non serve essere grandi, c'e' il tempo per diventare grandi, serve finalmente, per una volta, piacere agli utenti: farli esprimere, rendergli la vita piu' comoda, permettere una informazione che non sia affidata ad una redazione magari neppure tanto creativa e preparata.

Gli hacker guardano al web, per la prima volta, non come una noia mortale: Javascript finalmente funziona, ci sono gli strumenti giusti, si riescono a fare soldi, si possono avere migliaia di utenti e sentirsi partecipi di una rivoluzione.

Internet 2.0 risorge nella sua parte piu' commerciale e abbrutita: il web.

Se qualcuno di qualche ufficio marketing vi dice che il web 2.0 non esiste ditegli pure che e' vero, che e' stupido parlare di web 2.0 quando ad essere 2.0 e' stata in passato, e sara' sempre di piu', tutta internet.
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