Comments for post Il web 2.0 - sembra ovvio ma non e', serve a darti l'allegria
cdadca writes:
davidonzo writes: Totalmente d'accordo!
antirez writes: @davidonzo: concordo che le due fasi non sono sovrapponibili, ma cio' che e' sovrapponibile e' il fatto che prima per questioni di alto tenore tecnico tutti erano partecipi della conversazione globale che andava avanti su internet, e ora non grazie alla tecnica ma alla bidirezionalita' e alla semplicita' di generazione di contenuto introdotta dal web 2.0 si e' arrivati ad una fase in cui questo e' nuovamente possibile, seppur in maniera diversa.
Io preferisco questa di fase, perche' anche se c'e' un sacco di spazzatura nei blog e nei servizi web 2.0 alla fin fine sono piu' felice di vivere in un mondo in cui tutti possano esprimersi e io possa leggere il blog di una cuoca, di un sommelier, di un giocatore di bocce.
E' evidente pero' che qui in Italia dove la cultura informatica media e' bassa non basta un sistema semplice di pubblicazione e di scambio di idee per fare la rivoluzione. Prima bisogna che alla gente freghi qualcosa e che capisca cosa si sta perdendo, dal tempo libero fino alle opportunita' per la propria professione.
davidonzo writes: davidonzo è nato in IRC :)
Ricordo ancora quel server (tedesco di nascita, ma con shell ovunque) pullulare di idee...
Come dimenicare il primo sito internet fatto tutto in html. Era il 98 ed inviare file via ftp con i modem e le reti di allora era veramente difficile :D
Senza dire che il solo nome a dominio (senza hosting) mi costava un occhio della testa!
Oggi è tutto più facile. Per fortuna!
Io ho sempre cercato di spiegare la cosa in termini di:
- modi di utilizzo
- target di utilizzatori
Quello che mi fa impressione oggi è quanto sia cresciuto il target.
Nei modi c'è stato uno sviluppo tecnico, ma le basi restano quelle. Facciamolo in php, in asp, con mysql o con MSSQL, ma alla fine sempre qualcosa che i browser leggono dobbiamo ottenere :)
E' comunque una nuova fase che impone riflessioni nuove. Negli anni 90 un ristrettissimo target di utenti professionali (anche se alcuni lo sono diventati dopo in quanto inaspettati precursori) faceva i contenuti assolutamente liberi.
Lo stesso periodo in cui le reti p2p erano usate veramente per sharare i software e non per scaricare i porno.
A fianco grandi aziende che offrivano contenuti con l'intento di venderli.
Il target di utenti passivi, seppur in crescita, era sempre limitato e si alzava la posta. Internet era per molti, ma non per tutti.
Poi la tecnologia è andata avanti. Inevitabilmente si sono abbassati i costi. Lo sviluppo tecnico ci permette di fare un sito senza conoscere logiche di programmazione.
Normale che i pochi esperti siano diventati i tantissimi blogger.
La fase è nuova e IMHO non va paragonata a quella degli anni 90.
Ora però mi hai fatto venire voglia di aprire XChat :D
Mannaggià a te, stasera salto la cena di sicuro!
alex writes: Qui c'è un bellissimo video:
http://www.kappero.com/content/svago/video/
e andare all'ultima pagina (la # 3)
si chiama:
• Web 2.0? Cosa? »
Ma insomma, si può sapere che cos'è questo Web 2.0?
Napolux writes: Antirez, figurati. Pochi di quelli che sanno veramente cos'è il web 2.0 in Italia si potevano permettere una conferenza da oltre 1700 euro per 2 giorni ;)
antirez writes: @fabrizio: mi ha dato fastidio vedere la combriccola di web2Oltre riunita a parlare di cose che piu' o meno non capiscono neppure loro... tutto qui.
fabrizio writes: come mai questo sfogo?
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